Di sicuro il contesto economico di difficoltà nel quale ci troviamo da alcuni anni e da cui stiamo cercando faticosamente di uscire non è il migliore per rinnovare i contratti nazionali ed i negoziati che si stanno sviluppando a riguardo nella nostra categoria rappresentano un esempio significativo. La crisi di rappresentanza, il fronte scomposto e disarticolato delle nostre principali controparti imprenditoriali accentua un disagio ormai diffuso tra gli attori protagonisti del confronto i cui effetti negativi si riversano purtroppo pesantemente sulle lavoratrici e sui lavoratori cui le OO.SS. si rivolgono. Le trattative ai tavoli di confronto sul Ccnl del Terziario Confcommercio e Federdistribuzione, ma non solo, confermano un orientamento consolidato in cui le relazioni sindacali sono svilite fin nei presupposti essenziali di correttezza e rispetto reciproco di cui invece dovrebbero alimentarsi. Dinamiche relazionali che non favoriscono il coinvolgimento del mondo del lavoro sono destinate a fallire in ogni caso, al di là del giudizio che si può esprimere nel merito di un singolo rinnovo di contratto. Si può essere favorevoli o contrari alle soluzioni che si prospettano di volta in volta, si possono legittimamente esporre argomentazioni valide ed articolate nel sostenere una posizione piuttosto che l’altra, si possono e devono sempre contestualizzare le strategie sindacali collocandole nello scenario problematico che abbiamo di fronte, ma tutti questi punti di vista e queste considerazioni non cancellano il degrado del confronto e dello stile relazionale tra le Parti e non riescono a nascondere l’avvilimento e lo sconcerto nel quale versano migliaia di persone che nei luoghi di lavoro si devono misurare quotidianamente con la fatica di arrivare alla fine del mese e con la preoccupazione di come poter concedere a se stessi ed alla propria famiglia un tenore di vita dignitoso. Eppure è da lì che bisognerebbe ripartire per rilanciare l’iniziativa sindacale unitaria. E’ proprio in quelle realtà in cui solo il bisogno permette di resistere ogni giorno a qualsiasi tipo di umiliazioni (causate da un’arroganza e una prepotenza senza limiti), dove la professionalità è svalorizzata e la precarietà diventa regola che bisognerebbe ridare significato alla parola responsabilità, cercando di ricostruire la fiducia tra chi agisce il lavoro e quelli che invece dovrebbero governarlo. Solo in questo modo, partendo da questa cultura e consapevolezza si può pensare ad un futuro migliore per tutti. Assistere in questo periodo al confronto per i rinnovi contrattuali lascia profonda amarezza perché ci si rende conto di quanto sia grande la distanza da colmare, nell’approccio, nello stile, nella comunicazione, nel linguaggio, nella volontà e nell’impegno a considerare prioritari gli interessi generali, ad avere appunto quella visione d’insieme e quello sguardo lontano, di prospettiva, senza il quale non si può pensare serenamente al domani. Invece siamo costretti ad assistere a richieste di associazioni imprenditoriali sempre più finalizzate a rispondere agli interessi particolari delle aziende loro associate, che sarebbe anche legittimo se ci fossero il buon senso e l’impegno a tenere conto delle esigenze di tutti. Le proposte di Federdistribuzione, per esempio, nell’ambito del confronto sul rinnovo del Ccnl Terziario evidenziano ed esasperano l’assenza di tale misura e la capacità di tenere insieme in modo razionale strumenti e fini. Non desideriamo qui elencare i punti che sono stati discussi in questi mesi (per chi volesse approfondire sono comunque tutti su questo stesso sito) ed in particolare in questi ultimi giorni, 23/26/27 giugno, (sono leggibili in modo dettagliato sul sito nazionale della Uiltucs). Vogliamo però esprimere tutta la nostra preoccupazione, pur nella piena consapevolezza del massimo che la nostra organizzazione sta cercando di fare, per lo stato di avanzamento dei lavori perché siamo costretti a confrontarci con richieste sproporzionate alle esigenze del settore su tutti i temi oggetto del confronto (mercato del lavoro, deroghe, produttività, bilateralità) in quanto tali proposte da una parte sembrano non tenere conto minimamente della nostra piattaforma e dall’altra appaiono come sempre finalizzate a far ottenere alle aziende della distribuzione moderna un vantaggio competitivo inaccettabile che rischia di destabilizzare il mercato, alterando quell’equilibrio complessivo tra i diversi comparti del settore commerciale indispensabile ad uno sviluppo armonico delle diverse formule distributive. Tutto ciò prevedendo un incremento della precarietà occupazionale (vedi proposte su contratti a termine e apprendistato), depotenziando il 2° livello di contrattazione (vedi procedura sulle deroghe), indebolendo il sistema della bilateralità e dei Fondi, richiedendo un aumento generalizzato dell’orario di lavoro con perdite economiche consistenti (vedi capitolo permessi e scatti d’anzianità). In questa discussione che verte quasi esclusivamente sulle loro richieste non c’è accenno alcuno all’aumento salariale come se quest’ultimo aspetto fosse legato a quanto Federdistribuzione riuscirà ad ottenere sugli argomenti sopra richiamati. Questo purtroppo è lo stato delle cose. Anche su un tema importante e delicato come la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro propongono di attivare le solite commissioni quando invece sarebbe indispensabile applicare le norme di legge! Noi speriamo che la crisi volga al termine in un tempo più breve possibile, ma le richieste fatte da Federdistribuzione sono indirizzate a colpire i pilastri del contratto nazionale e sembrano caratterizzarsi in termini strutturali. La situazione è delicata ed è per questo motivo che vi invitiamo, attraverso i nostri strumenti di comunicazione, a rimanere aggiornati sull’evoluzione della trattativa.